Facebook? Roba da vecchi

I millennial preferiscono ...

Una fanpage non si nega a nessuno. Secondo i numerosi guru digitali, una azienda non sembra poter prescindere da Facebook, almeno così si è sempre detto. Su Facebook ci sono comunque tutti, singoli consumatori ma anche i dipendenti e i manager di potenziali aziende clienti, perciò qualcosa si raccoglie. Ma i dati dell’ultimo Sprout Social Index, relativo al mese di gennaio del 2017 e basato su un migliaio di interviste, se non preoccupano Facebook nel presente, potrebbero essere un campanello d’allarme per il prossimo futuro.

Anche se non è possibile fare un confronto con gli stessi dati relativi all’anno scorso, visto che Sprout Social ogni anno si focalizza su ricerche diverse, in verità il campanellino per Facebook suona da un paio d’annil’acquisizione di Instagram prima e di WhatsApp poi, la spinta su Facebook Messenger con i chatbot, i tentativi di copiare SnapChat sono tutti indizi del fatto che a Menlo Park sanno benissimo che il proprio social network non è il preferito per tutte le fasce d’età.

I dati di Sprout sostengono che la percentuale di Millennials (età compresa tra i 18 e i 34 anni) che indica Facebook come social media preferito è del 33%, quasi la metà della percentuale dei Gen X (35-54 anni, 64,7%) e dei Baby boomers (maggiori di 55 anni, 55%).


 

A rafforzare, la tesi la distanza tra Facebook, che comunque rimane in testa, e gli altri social media. Instagram è il preferito dal 22,1% dei Millennials e lo è solo dell’8,3% dei Gen X e addirittura c’è uno 0% di risposta dei Baby boomers che, comunque, non ha impedito al social media delle immagini di proseguire con una crescita di utenti a due cifre (più di un possessore su tre di smartphone ha installato Instragram). Poco male, Instagram è proprietà di Facebook.

Ma Snapchat no.

Snapchat è il primo social media per il 15,8% dei Millennials, e lo è dello 0,3% dei Gen X, Baby boomers non pervenuti.

Il dato rafforza l’idea che l’interazione veloce e mobile basata su poco testo, immagini e video è la preferita dai giovani. Mentre gli over 35 si barcamenano, oltre che con Facebook, parzialmente con Instagram, YouTube e Pinterest e gli over 55 pensano ancora che Twitter o, addirittura Google +, siano ancora degni di attenzione.

Sprout Social fornisce anche un altro dato interessante: la percentuale di Millennials e di Gen X che segue i brand sui social network è simile (tra il 48,5 e il 49%) mentre ciò vale solo il 24,5% dei più “vecchi”.

 


 
 
 

L’informazione è confortante per le marche, a patto che si differenzi il mezzo e la strategia a seconda del consumatore che si vuole raggiungere. E, tra l’altro, seguire può voler dire anche acquistare: il 60% dei Millennials e il 67% dei Gen X comprano da brand che seguono.

Di più? La maggioranza degli intervistati dichiara di seguire un brand sui social prima di effettuare un acquisto – dunque è fondamentale comunicare al meglio le novità cercando di soddisfare le aspettative.

Le differenze generazionali, infine, si notano ulteriormente se si indaga sul tipo di informazione fornita da una azienda. I più “anziani” sono più attenti a sconti e promozioni e difficilmente interagiscono con il brand sui social, i più giovani, invece, ingaggiano più volentieri un dialogo e sono interessanti a contenuti di intrattenimento o informazioni.

Zuckerberg, però, non rimane a guardare e corre ai ripari studiando nuove forme di coinvolgimento, come le chatbot, e nuovi trend come la social Tv. È recente la pubblicazione di una ricerca di Facebook IQ eseguita su 2mila utenti che analizza il rapporto tra il guardare un programma in Tv e la contemporanea interazione sui social.

 



Secondo una ricerca di eMarketer la percentuale degli adulti che mentre guarda la Tv usa i social crescerà notevolmente in 4 anni. Dal 2014 al 2018 si passa dal 75,6% al 91,6%. Per contro, il 71% dei Millennials, e solo il 12% dei Baby boomers, preferisce lo streaming in stile Netflix alla Tv tradizionale. E, allora, che fare?

Una ricetta ancora non c’è ma è evidente che tutti i giocatori di questa partita ci stanno pensando. I social media come Facebook e Twitter, o i vecchi e i nuovi broadcaster come Netflix e Sky e ancora di più le aziende, per esempio quelle che hanno investito in una presenza pubblicitaria durante l’evento.


Fonte: Business Insider Italia