La legge di Moore è viva e vegeta sugli smartphone

A 50 anni dalla sua enunciazione sta forse per esaurirsi nel campo dei pc, ma continua a funzionare per i gadget mobile

 
Il più famoso mantra del mondo della tecnologia, la legge di Moore che compie 50 anni in questi giorni, si è rivelata una previsione di crescita attendibile per decenni (oltre che agire come modello ideale per i produttori di chip). Ma sono in molti, e non solo in tempi recenti, a prevedere la sua fine.
 
E probabilmente siamo davvero vicino al suo tramonto, perché nessuna crescita esponenziale (e la legge di Moore descrive appunto una crescita esponenziale) può durare per sempre, perché i costi per ridurre ulteriormente la dimensione dei transistor stanno aumentando invece di continuare a diminuire, e perché l’evoluzione futura si sposterà su nuovi materiali e nuove tecnologie (già solo l’avvento del cloud sta cambiando molte cose). Moore stesso, in una recente intervista, ha dichiarato che la sua legge andrà esaurendosi nei prossimi dieci anni.
 
C’è però un ambito dove il principio si dimostra tuttora affidabile: quello di smartphone e tablet. Il sito Readwrite ha confrontato la velocità con cui aumentano le prestazioni di iPhone e iPad con l’incremento deducibile dalla legge di Moore (inteso non nel numero di transistor, ma nelle performance), rilevando che almeno in questo settore la potenza di calcolo stipata nei gadget è in crescita continua e lo sarà ancora a lungo.

Fonte: wired.it